Descrizione
SAGGI E CONTRIBUTI DI:
João Pedro Xavier, Francesco Saverio Fera, Michele Caja, Renato Capozzi, Ildebrando Clemente, Lamberto Amistadi, Francesco Collotti, Roberto CollovàFrancesco Defilippis, Antonio Esposito, Massimo Ferrari, Fabrizio Foti, Hans van der Heijden, Martina Landsberger, Riva Lava, Gino Malacarne, Mar Muñoz-Aparici, Débora Domingo-Calabuig, Raffaella Neri, Camillo Orfeo, Karin Templin, Nuno Travasso, Federica Visconti
Il tema del volume, sintetizzato nel titolo, intende operare una riflessione corale sul progetto di architettura e gli insediamenti umani della nostra contemporaneità a partire dall’esperienza della città consolidata. L’obiettivo è quello del provare a delineare delle linee di ricerca all’interno dello specifico disciplinare dell’architettura. Il volume raccoglie una serie di contributi sul tema del progetto urbano di vari autori, a cui è stato chiesto di chiarire il loro rapporto con la forma della città e il suo portato nella contemporaneità. La città vista non tanto o solo come opera d’arte collettiva, ma in quanto espressione di una volontà di condivisione del vivere in una comunità che in essa si riconosce e si esprime anche attraverso le forme urbane. Se è vero l’assunto che le diverse collettività nei secoli hanno saputo dare vita a forme e precise relazioni gerarchiche tra le parti, che consolidatesi nel tempo hanno fornito risposte convincenti al tema dell’abitare, forse è ancora possibile fare dell’esperienza costruita, materia viva del pensiero d’architettura del nostro tempo. Le nostre città, che dalla metà del Novecento hanno conosciuto grandi cambiamenti, hanno bisogno di essere ripensate, di ripopolarsi di nuove architetture e spazi pubblici carichi di significato e capaci di rispondere alle nuove urgenze imposteci dalla situazione ambientale, sociale ed economica. Il lavoro sulla città consolidata è l’orizzonte in cui l’architettura contemporanea ha cominciato a muoversi ormai da qualche tempo. È quindi questo un campo di ricerca e sperimentazione per nuove strutture della scena urbana. Riqualificare, rigenerare, costruire sul costruito, riciclo urbano, consumo zero, sono tutte formule lessicali che, da punti di vista diversi e con sfumature diverse, indicano la stessa situazione e l’intento di occuparsi di quelle aree che la voracità dei processi di urbanizzazione dell’ultimo mezzo secolo, ha lasciato irrisolto o vago o chiaramente sgradevole. Rimediare a smagliature e disturbi visivi, come incidenti e aporie disseminate dal rapido susseguirsi delle trasformazioni, è uno dei compiti che gli architetti dovranno affrontare nel prossimo futuro, forse il più cospicuo. Nella diversità degli approcci e degli esiti formali, però, si può riconoscere un comune orientamento di fondo che mira a riproporre il primato dello spazio pubblico, il suo decoro e rappresentatività, nel processo di riformulazione del paesaggio urbano. L’osservazione del patrimonio costruito che nei secoli ha formato i luoghi urbani, qui inteso nella sua accezione più ampia e non ristretta a quanto generalmente indicato come oggetto d’arte, fa parte ormai di una cultura architettonica del moderno che trova in esso la propria ragione di essere, la propria sostanza vitale. Le vecchie città europee, nonostante le devastazioni belliche o le diverse manomissioni speculative del secolo scorso, sono ricche di luoghi e territori urbani che ancora oggi permettono più che adeguatamente lo svolgersi della vita contemporanea.