Descrizione
Di cosa parliamo quando tentiamo di decifrare un’architettura? Che operazioni facciamo quando cerchiamo di raccontare «cosa significhi» oggi la Banca d’Inghilterra? In quale rapporto si collocano l’edificio di John Soane e la sua autobiografia, la City di Londra e la questione della frammentazione rispetto ai temi contemporanei che «toccano» il progetto di architettura? Questo libro s’interroga su tali questioni e cerca di decriptarle considerando l’analisi critica qualcosa d’inseparabile dai problemi storici. Se nelle interpretazioni recenti del lavoro di Soane si è dato molta importanza alla coscienza immediata di esso, e se oggi non è possibile desumere insegnamenti diretti dalla presunta obiettività delle letture storiografiche, questa narrazione ha cercato di delineare dei significati progettuali negli ambiti oscuri che oscillano tra la coscienza immediata e l’obiettività, tra la rilettura soggettiva e l’analisi oggettiva, tra la convenzione e la deviazione. Tra questi poli vi è una zona d’ombra dove è possibile trovare ciò che può essere riutilizzato in termini operativi. Qui il momento conoscitivo si salda a quello propositivo, il momento scientifico s’intreccia a quello enigmatico dell’ispirazione, l’analisi all’invenzione. In un certo senso si potrebbe dire che in questi spazi oscuri il momento intellettivo si trasla operativamente, e viceversa.
Cesare Piva