Descrizione
Il concorso per il palazzo littorio del 1934 è un episodio tra i più affascinanti nella storia moderna dell’architettura italiana. Il regime di Mussolini volle costruire il gran palazzo del fascismo di fronte alle rovine dei Fori romani: in quel momento ed in quel luogo particolari si sovrappongono la ricchezza dei temi posti in gioco, la crisi interna della disciplina, i toni esasperati di un dibattito serratissimo. Elementi che danno vita ad un intreccio di straordinaria intensità capace di sprigionare le sue tensioni e quasi trasfigurarle in una scenografia emblematica. Su i temi portati alla ribalta dal concorso la cultura architettonica del nostro paese ha continuato a riflettere trovando alcuni dei motivi che, alla fine del secolo, ne hanno definito l’identità e l’influenza nel dibattito internazionale. E il concorso del ’34 è anche una tappa di un racconto più lungo e radicato: la vicenda del confronto degli architetti del nostro paese con l’Antico, dal primo umanesimo al nostro futuro prossimo. La sequenza impressionante dei progetti, illustrati nelle pagine del libro, si associa dunque alle diverse immagini che nel corso dei secoli Roma ha proiettato su se stessa e sulle tracce della sua lunga storia. Quel paesaggio, da scenario nobile e evocativo, diviene – nel corso della lettura – il protagonista assoluto di un dramma intenso ed appassionante. Lo studio analitico dei luoghi e delle loro architetture – reali e immaginarie – è introdotto da due saggi di Werner Oechslin e Daniele Vitale che mettono in luce il ruolo del dibattito italiano dell’epoca nel contesto internazionale e il significato particolare dei progetti nel confronto coi luoghi e con le rovine.