Descrizione
L’architettura contemporanea si dibatte in questa contraddizione: cancellato il passato e disinteressata al presente, si protende verso un oscuro futuro, invece la società vuol far durare il proprio presente perché del futuro non si fida.
Così architetti e spettatori dell’accadere ricadono nel presente vivendo alla giornata come le mode. La passio vacui è il sintomo più preoccupante di questa contraddizione. L’architettura contemporanea infatti è divenuta “irregolarità, deliberate violazioni, eccessi, abusi” e tutto ciò “senza dar spiegazioni”. Così conduce una vita effimera: non crede alla sua durata, pur essendo assediata dalle tecniche che le promettono un grande futuro. Vorrebbe riconciliare i potenti mezzi di cui dispone con i fini, che sembra però aver smarrito. Vorrebbe ritornare ad essere un’arte collettiva, legata ai bisogni dell’uomo reale, per cui dovrebbe rinunciare a sbalordire e a dar spettacolo, per ridivenire “un’arte non libera”: ma non lo fa.
Augusto Romano Burelli
Gli argomenti di Burelli sono supportati da un sofisticato ricorso a fonti filosofiche germaniche, a lui ben note dal momento che lavora prevalentemente in Germania, appartenendo a quel mondo culturale friulano che si è sviluppato nell’area del Sacro Romano Impero, la quale – a livello architettonico – fece ricorso a Maestri preparati a Roma dal XVI secolo in poi, come città splendide e ben governate come Berlino, Innsbruck, Monaco, Udine o Vienna stanno a dimostrare.
Paolo Marconi