Descrizione
Con la mostra Bruno Innocenti scultore, 1906-1986, promossa e interamente sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, si vuole riaffermare in modo deciso e sostanziale uno dei fondamenti della nostra presenza e del legame con la comunità e il territorio sanminiatese.
La mostra delle opere dello scultore fiorentino Bruno Innocenti, cinquantacinque sculture in marmo, bronzo, terracotta e gesso, la più grande finora organizzata negli ultimi cinquant’anni, costituisce un evento culturale di significato nazionale.
Bruno Innocenti (1906-1986), allievo prediletto di Libero Andreotti, suo assistente dal 1926 e suo successore nella cattedra di Scultura all’Istituto d’Arte di Firenze, dopo la morte del maestro nel 1933, è stato riconosciuto come uno dei maggiori scultori fiorentini del Novecento. Scultore educato sull’arte classica e rinascimentale, ma altresì aperto a quella moderna, soprattutto francese, Innocenti ha svolto la sua ricerca non turbato dalle mode, come ebbe a scrivere Renzo Federici nella presentazione della mostra a Palazzo Strozzi a Firenze nel 1973. Presente alle più importanti esposizioni europee e italiane del secolo passato, Innocenti aveva partecipato alla Seconda Mostra del ‘900 italiano alla Permanente di Milano nel 1929, alla Mostra dell’Arte Italiana a Parigi, 1935, a quella di Atene, 1936, di Dusseldorf, 1937, all’Esposizione Universale di Parigi, 1937, alle Biennali di Venezia, in quella del 1938 con una sala personale, alle Quadriennali di Roma e alle Triennali di Milano.
Innocenti è stato l’autore dell’opera di scultura monumentale del Novecento più imponente a Firenze: il grande complesso di sette statue con Apollo e le Muse per l’arco scenico del Teatro Comunale di Firenze, nel 1933, oggi collocate nel foyer. Nel 1945 lo scultore si era recato negli Stati Uniti, soggiornandovi più di un anno e conseguendo il secondo premio al concorso per il Monumento a Thomas Jefferson. Nel 1965 aveva realizzato la grande statua di Cristo Redentore, collocata sul Monte San Biagio a Maratea, alta 22 metri.
Il legame di Innocenti con San Miniato assume un significato simbolico e si fonda sulla presenza del grande gruppo ligneo Il Cristo e le Marie, 1968, che fu qui esposto nella storica Mostra d’Arte Sacra della Diocesi di San Miniato nel 1969, e successivamente a Palazzo Roffia nel 1972, per l’Istituto del Dramma Popolare, nella mostra Prima ipotesi di immortalità. In questa mostra viene riesposto, per la prima volta, dopo quella alla Permanente di Milano nel 1929, il ritratto di Pietro Parigi, maestro della xilografia moderna legato all’Istituto del Dramma Popolare e a Dilvo Lotti. Infine è presente il modello in gesso originale della grande Madonna col Bambino, il cui bronzo si trova in una chiesa dell’area pisana. Una mostra simbolica questa, che segna il ritorno del grande scultore in San Miniato e che si propone come la conferma dell’attenzione della Fondazione verso la cultura artistica del nostro territorio, e per quelle figure che hanno reso grande l’arte toscana nel Novecento.
Antonio Guicciardini Salini
Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato