Descrizione
Un luogo, il luogo in quanto tale esiste solo sulla base di un archetipo che lo fonda. In realtà non abitiamo mai il visibile ma il principio di ogni visibile. Per altro verso, dicendo archetipo, parliamo costantemente di principi di abitabilità del mondo, vere e proprie archai che generano un’identità. Davvero, per molti aspetti, siamo i nostri luoghi. Anche quando li contrastiamo sono loro i principi delle nostre condotte e dei nostri comportamenti.
Non a caso in questo libro, che raccoglie, in un ordine tematico e non cronologico, i tre contributi solo apparentemente allotri, in realtà profondamente intrecciati l’uno, Paesaggi partigiani e Il virus architetto, entrambi del 2020, e Archetipi abitati del 2022, Aimaro Isola ci propone innanzi tutto due motivi della sua vicenda biografica e morale, artistica, professionale: quello della lotta partigiana, e quella della sua esperienza di progettista e architetto. L’uno e l’altro momento sono congiunti dall’affinità essenziale dell’uomo con i suoi luoghi.
Federico Vercellone
Aimaro Oreglia d’Isola (Torino 1928) è architetto e Professore Emerito del Politecnico di Torino, Accademico dell’Accademia di San Luca a Roma e Socio Nazionale dell’Accademia delle Scienze di Torino. Tra le molte architetture si ricordano: la Bottega di Erasmo e la Borsa Valori a Torino, l’Unità Residenziale Ovest per l’Olivetti a Ivrea, il Quinto Palazzo Uffici per l’ENI a San Donato (con Roberto Gabetti); il Centro Direzionale IBM a Segrate, la Marina di Varazze, il Centro del Design a Mirafiori, il Museo Egizio a Torino (con Isolarchitetti). Con Aión ha pubblicato Violenza nell’architettura (2004), Anche le pietre dimenticano (2011), Ai confini del giardino (2019) e La barba di Leonardo (2020).