Descrizione
Il paesaggio agrario si presenta come un monumento dell’antichità nelle descrizioni degli eruditi osservatori oltralpini attratti in Italia dalle ricchezze artistiche e dalle novità archeologiche. Il ricordo della letteratura georgica – Catone, Varrone, Virgilio, Plinio, Columella – permea i voyages dell’epoca: i viaggiatori riconoscono nel territorio, laddove presenti, i segni della continuità della res rustica; le trasformazioni del paesaggio muovono invece al rimpianto della campagna dei bons tems.
Roma, Tivoli e Napoli costituiscono nei decenni tra Sette e Ottocento le tappe fondamentali del voyage d’Italie. L’Agro romano, i monti tiburtini e la Campania felix offrono ai protagonisti, nel contrasto tra il paesaggio agrario di ascendenza millenaria e la testimonianza archeologica dell’insediamento classico, lo spunto per originali riflessioni sul rapporto tra l’idea dell’antico e la longue durée della cultura materiale, e sul perenne dialogo tra storia e progetto.