Descrizione
Risultato di un percorso di ricerca incentrato sul ruolo della dimensione teorica implicita nel fare progettuale, questo libro si propone di evidenziare la corrispondenza tra gesto compositivo, materializzazione concettuale del progetto e poetica del linguaggio architettonico. L’analisi dell’opera dell’architetto spagnolo Rafael Moneo (Tudela, 1935) permette di ricollocare i temi teorici e compositivi, che rischiavano di smarrirsi nell’inesorabile processo verso un’architettura come “fatto privato”, all’interno di una nuova autorità del progetto. In questo senso, il Seminario Internazionale di Progettazione per l’area di Cannaregio costituisce una sorta di “prologo” ad un approccio teorico capace di delineare i possibili orizzonti figurativi e le valenze collettive della pratica compositiva. E se “istituzionalità” dei linguaggi formativi e comunicativi significa anche stabilità e continuità dei procedimenti che determinano il congegno architettonico, allora la ricerca compositiva dovrà calarsi nelle maglie generatrici del progetto per poter estrarre, “catalogare” e definire i principi teorici, le logiche e le prassi che stanno alla base della forma concreta. L’individuazione delle costanti processuali e formative nell’opera di Moneo riporta il progetto, con tutta la sua carica prefigurativa, sintetica ed evocativa, al centro del dibattito odierno sulle possibilità e i limiti della disciplina architettonica. Composizione e progetto diventano così il fulcro di una possibile “rifondazione” teorica e metodologica dell’architettura in quanto istituzione e della forma architettonica in quanto sintesi del “vivere” urbano. (Fabian Carlos Giusta)