Descrizione
La revisione critica dei principi insediativi propugnati dal Moderno è nata dalla riscoperta della dimensione temporale della città, intesa come fenomeno complesso e stratificato, costruitosi nel corso del tempo. Un fenomeno basato sulla sovrapposizione di distinte soglie e livelli storici, diverse idee di città, frammenti e parti, per l’analisi delle quali sono state messe a punto tecniche simili a quelle della stratigrafia archeologica. L’analisi urbana messa a punto in Italia durante gli anni ‘60, a partire dagli studi di Saverio Muratori per Venezia1 sino a quelli di Aldo Aymonino e Aldo Rossi per Padova2, diverrà uno strumento operativo per indagare l’impianto morfologico e i caratteri tipologici delle città storiche. Se merito di questo intenso decennio analitico sarà quello di classificare in maniera tassonomica i tipi e le forme storiche, il limite è stato quello di non innescare un legame diretto con la fase progettuale, intesa come momento autonomo ancora fortemente in continuità con il Moderno e con un’idea astratta di razionalità.
Il riflesso di questi studi a scala internazionale nel decennio successivo farà riscoprire il valore, l’individualità e l’unicità dei centri storici nella loro dimensione spaziale e urbana. Una riscoperta in grado di attivare una rinnovata attenzione nei loro confronti, non più intesi solo come oggetto di studio e analisi, ma come veri e propri riferimenti progettuali.
In questo senso i progetti qui presentati sono da considerare come fase matura di tale riflessione, tesa a ricostruire l’identità dei caratteri storici di alcune città tedesche, in un rapporto dialettico tra continuità storica, ricostruzione e progetto, rispetto al quale possono individuarsi dieci punti di riflessione. (Dall’introduzione di Michele Caja)