Descrizione
Il lucus, coi suoi lampi di luce e le sue strisce d’ombra, rappresenta una sorta di promessa eroica dell’esistenza, un luogo in cui si celano l’unità e l’estasi da cui ogni sentimento promana. Da questo punto di vista l’archetipo del lucus, come altre figure simboliche evocate nelle pagine di questo saggio, indica l’impossibilità di possedere pienamente qualcosa, indica un modo diverso di relazionarsi con la terra e con le sue risorse. Se il pensiero heideggeriano, nel suo ascolto di quanto resta insondato dell’esistenza (la temporalità, la morte, il rapporto con l’assenza e col nulla) ci suggerisce di rimanere aperti alla discontinuità di fondo della condizione umana, e ai multiformi linguaggi e progetti che l’attraversano, il lucus ci offre al contempo l’immagine di uno spazio che si sottrae alla realtà coincidente con il senso del dominio.
Lo spazio indominabile e alcune sue figure rappresentano lo sfondo significante sia delle pagine di questo saggio, sia più in generale del significato dello spazio dell’architettura e della città. I progetti di Gianugo Polesello si avvicinano alla realtà e alla bellezza di uno spazio dell’indominabile. Per il lucus valgono forse le stesse bellissime parole che Lucio Dalla ha dedicato al mare: Certo / Chi comanda / Non è disposto a fare distinzioni poetiche / Il pensiero come l’oceano / Non lo puoi bloccare / Non lo puoi recintare.
Ildebrando Clemente