Descrizione
Sembra difficile collocare la pittura di Degas in quel contesto doppio, la diaspora commista tra Naturalismo e Impressionismo in cui venne a trovarsi l’arte francese nella seconda metà dell’Ottocento e ancor più nelle varianti estreme del Simbolismo, perché il conflitto in realtà non fu mai tra la pittura di Courbet e quella degli Impressionisti, che in comune avevano il desiderio di aderire alla natura, quanto invece tra la pittura pompier, propaggine finale di un classicismo svanito, e l’anima visiva, la riscoperta della sensazione e degli effetti dell’atmosferico, che era alla base dell’Impressionismo.
La pittura di Degas non apparteneva a nessuna delle due condizioni, quella naturalista e quella impressionista, e, nonostante il suo desiderio di classicità, andava a collocarsi su un terreno nuovo, sperimentale, in cui lo scopo principale del pittore era quello di “costruire quello che vede”. Un processo simile, di passaggio da una scrittura naturalista a un linguaggio sperimentale, avvenne anche in letteratura con Zola per l’uso dell’analisi della realtà attraverso montaggi descrittivi, come egli teorizzò nel Romanzo sperimentale.
Marco Fagioli